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Indagini aperte

Sono passati 24 anni dalla morte di Ilaria Alpi e del suo cameraman Miran Hrovatin e, dopo così tanto tempo, le loro morti sono ancora avvolte da mistero e ingiustizia.
Le indagini che ne sono seguite hanno portato all'incarcerazione di  Hashi Omar Hassan, un giovane somalo che ha confessato di essere il responsabile della morte di Ilaria e Miran.
Dopo 20 anni trascorsi in carcere, però, Hassan ha dichiarato di non essere stato l'esecutore materiale dell'assassinio. Infatti, si è poi scoperto che in realtà era stato pagato per dichiarare il falso e, soprattutto, mettere a tacere le indagini.
Adesso Hassan ha chiesto il risarcimento per gli anni trascorsi in prigione e verrà risarcito.
La madre di Ilaria Alpi, che non si è mai arresa ed ha continuato la sua lotta alla ricerca di verità e di giustizia, in questi ultimi anni, ha scoperto che quando è stato trovato il corpo di sua figlia questo era ancora caldo. Ciò significa che se l'avessero portata immediatamente all'ospedale, adesso potrebbe essere ancora viva.
E' stato provato che questo attacco era premeditato perché Ilaria è stata spinta in quella via da una "chiamata trappola".
Attorno alla sua morte ci sono ancora misteri irrisolti e veri e propri depistaggi:
- sulla macchina dove Ilaria venne uccisa, una toyota, erano presenti dei fori di proiettile e chiazze di sangue. Il DNA prelevato dalla macchina, tuttavia, non corrispondeva al sangue di Ilaria e nemmeno di Miran;
- alcune videocassette, con interviste girate dalla giornalista, sono scomparse nel nulla e anche la sua agendina rossa dove appuntava tutto è scomparsa.
Recentemente la magistratura stava archiviando il caso ma una chiamata anonima, in cui sono state fornite alcune informazioni sulla morte di Ilaria e di Miran, ha riaperto le indagini.
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